Della tua libertà sia, Lilla, altrui Che da gli imperi sui Non riceve il mio amor perdita, o danno. Faccia ’l geloso amante Che non t’oda, ben mio, che non ti miri, Saranno i miei sospiri A suo dispetto, d’amator costante.
Procuri pur ch’io sia Esule dal tuo affetto e dal tuo core, Che non farà che amore Abbandoni già mai l’anima mia. Di sdegno, in fra gli ardori, Armi la voce, a strazii miei rivolto, Non potrà far, il stolto, Che se ben tu non m’ami, io non t’adori.
Ma che val, ch’il rivale Non mi possa impedir ch’io non ti brami, Se, per far ch’io non ami L’adorar giova poco, amar non vale.
Mèta de’ tuoi diletti, Fatto è novo amator, vago e felice A cui concede e lice Il tuo voler del cor gli ultimi accenti.
Seguane ciò che vuole, Adorerò come adorai ’l tuo nome, Le luci tue, le chiome Saranno del mio cor catena e sole. Sii pur, Lilla, crudele, Tenti, per tormentarmi, angosce e affanni; Non mi daranno gli anni Altro titolo mai che di fedele.