Anonymous (17th cent.) - Quando tal'hor (Lamento del Castrato) (Radu Marian - sopranista and treble, Ensemble Seicentonovecento, Flavio Colusso), 2000 | Текст песни
Quando tal'hor (Lamento del Castrato) (Radu Marian - sopranista and treble, Ensemble Seicentonovecento, Flavio Colusso), 2000
Quando tal'hor mi discopro amante D'un feminil sembiante, Tal'un si move a riso. E ciascuno veder ch'io non ho pelo in viso Mi tien per un inerme ed impotente
E prende sovente A dir cosí di me: \"Quest'é l'amante, ohibó! E che giammai far può Quando arrivi all'amoroso amplesso Privo delle due parti di se stesso?\"
Cosí ciascun si crede Che nel regno di Amor Fabbricar mia fortuna indarno io tenti Mentre non ho strumenti --- Quasi non fosse vero, Ch'anco senza sonagli Fa prede fortunate un sparaviere.
Per mia fe non é cosí. Anzi l'esser non intero Fa ch'io vaglia tanto più Che sta solo nel mezzo la virtú.
Quando tagliansi i ramo di una pianta Divien più grosso il tronco; E si vede a tutte l'hore Che levansi i bottoni Perché venga il garofalo maggiore.
Su l'amorosa mensa Imbandisco ancor io cibo che basta, Né vorró aver quella vivanda sciocca Che mai non entra in bocca; Sí che vero goder é il goder solo, Onde nulla desio di condur meco Alle mie congiunzioni I parenti, gli amici, i testimoni! Cosí non avverrà ch'io mai pavente Che per tal compagnia Alcuna gioia mai resti pendente, Né che i diletti amati Sian dal periglio lor contrappesati.
O com'è diletta E/a bella ritrosa Oprar una chiave Si piena d'ingegno, Che apre per tutto E mai non lascia il segno.
O com'è diletta A man virginale Trattar uno strale Che ben sia pieno Di dolce veleno. Se mai fa ferite Non v'é chi l'addite Nel gonfio del seno.
O quanto é bel gioco D'honesta beltá --- Scaldarsi ad un fuoco Ch'in sé mai non ha Fiamma d'honor nemica. E s'avventura talor la scotta La scottatura non fa venir vescica!
Ma di sentirmi giá parmi Che m'otteggi/moteggi più d'un ch'in questa guisa Sempre son fiacche e mal temprate l'armi!
Che falsa opinione! E chi potrà giammai Aver arma miglior d'uno spadone? Poss'io morir se merito Le piaghe sí profonde, Che tutta vi s'asconde Un'arma che non habbia il finimento. E se dice talun ch'io sparo a vuoto, Gli rispondo Che nel mondo, Per nascita e per feste E per piaceri, Sparano senza Palle i bombardieri.
Taccia, pur dunque taccia! Né piú vano amator altri mi creda Perché d'ispido pelo Io non copro la faccia.
Poco amate dalle guancie Son le rose quand'armate Se ne stanno di spine annose, Ché nemica dell'età Fu mai sempre la beltá.
Benché sia vecchio Amor, nato col mondo, Nel volto ancor non ha pelo nascente, E l'arco omnipotente Ond'egli scocca l'amoroso telo Ha la corda di nervo e non di pelo?