Anni dissolti in frammenti d'Infinito (Urla, sono ormai sono urla) E l'anima respira le sue antiche rovine Bianchi ricordi in pagine grigie Accecano occhi resi folli dal tempo.
Sete di calore, viaggio senza confine Pallidi visi e mani incatenate Pregano dinanzi demoni impagliati E scavano con artigli corrosi dal pianto.
Risveglio, sapore di vanità sopite Rinchiuse in città dai portali di marmo. In sepolcri consunti dal manto scarlatto La purezza è un oblio al banchetto del Vizio.