Figlio del bianco intonso ventre, quando morì il sole Che volle con la morte sua farsi padre di Stupro E Marte guerriero, esso stesso temprò, l'arma sua d'amore Dell'imperitura stirpe oggi riforgiata
Sopra il capo del Primo Re Quirino nuovo Dio e ultimo uomo d'Ilod Il Mondo dimentico della santa epifania Volge all'abisso, perduta ogni celeste via, non rimane che la
LAPIS NIGER Quattro flamini cantano Sul sacro sacello profanato! LAPIS NIGER Liturgia di sangue patrio, Albore del nuovo patriziato LAPIS NIGER Alto avvampa l'aureo scettro Dei re che tennero la folgore
Odi propanum vulgus et arceo! Ecco il motto che il barbaro allontana Pavida china il biondo capo Sotto il gladio del sublime patriziato
Di nera vulcanica pietra son le ossa Della nostra progenie eletta E nell'inverno della specie Uniti si ritrovano i sopravvissuti attorno alla
LAPIS NIGER L'abisso stesso rifulge Del nostro più sacro tesoro LAPIS NIGER Premono le fronde dei patriarchi E gonfiano il ventre gli affluenti LAPIS NIGER Il sogno che ancor arde Rosso il sangue che scorre