Ch'io mi scordi di te? Che a lui mi doni puoi consigliarmi? E puoi voler che in vita? Ah no! Sarebbe il viver mio di morte assai peggior. Venga la morte, intrepida l'attendo. Ma, ch'io possa struggermi ad altra face, ad altr'oggetto donar gl'affetti miei, come tentarlo? Ah, di dolor morrei!
Non temer, amato bene, per te sempre il cor sarà. Più non reggo a tante pene, l’alma mia mancando va. Tu sospiri? O duol funesto! Pensa almen, che istante è questo! Non mi posso, oh Dio! spiegar. Stelle barbare, stelle spietate, perchè mai tanto rigor? Alme belle, che vedete le mie pene in tal momento, dite voi, s’egual tormento può soffrir un fido cor?