Ninfa che, scalza il piede e sciolta il crine, te ne vai di doglia in bando per queste piagge lieta cantando e ballando, non scuoti all'erbe le fresche brine.
Qui, deh! meco t'arresta, ove di fiori s'inghirlanda il crin novello questo ch'imperla fresco ruscello bel pratello co' suoi correnti limpidi umori.
Dell'usate mie corde al suon potrai sotto l'ombra di quest'orno a tempo il passo mover d'intorno, né del giorno faran te bruna gli ardenti rai.
Ma senza pur mirarmi affretta il passo dietro forse a Lillo amato. Ah! Che ti possa veder cangiato quel pie ingrato, pera fugace, in un duro sasso!