“Ogni tempo ha una sua visione particolare dell’antichità, che spesso per la sua arbitrarietà sorprende noi che siamo figli dello ‘storico’ secolo XIX”
(Julius von Schlosser)
nessuno sa.. nessuno sa..
fede storia fede, storia e secoli
fede storia e generazioni.
Caro Novecento, è poco che sei morto e già sembri e già sembri... si, sembri più bello. I primi ricordi che ho della mia infanzia sono porti ed isole che abbraccia la mia terra e le pietre di Cuma.
Mandrie di colombi pizzicano a terra come i campanili fan tuttora con il cielo, cicatrici bianche stese sull’azzurro mi ricordano che sono figlio del mio tempo e del ventre di tufo.
Incisioni visive.
Si, la nostalgia è figlia di nessuno, quanto è folle chi si cura solo di sentire; il Mare misura tutti i suoi spazi, e le fila d’alberi s’addobbano di niente nel ventre di tufo.
Fiabe primitive dette e sussurrate, echi etruschi spengono il ciclo di una spinta, scheletri di chiese, scheletri di case quando ci si battezzava ancora con il corpo nel ventre di tufo.