Cosa ho davanti non riesco più a parlare dimmi cosa ti piace non riesco a capire dove vorresti andare vuoi andare a dormire Quanti capelli che hai non si riesce a contare sposta la bottiglia e lasciami guardare se di tanti capelli ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento per i tuoi pochi anni e per i miei che sono cento. Non c'è niente da capire basta sedersi ed ascoltare perché ho scritto una canzone per ogni pentimento e debbo stare attento a non cadere nel vino o finir dentro ai tuoi occhi se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo e puoi cascarci dentro che non ti vede nessuno ma per uno come me poveretto che voleva prenderti per mano e cascare dentro un letto... che pena... che nostalgia non guardarti negli occhi e dirti un'altra bugia. Almeno non ti avessi incontrato io che qui sto morendo e tu che mangi gelato.
Tu corri dietro al vento che sembri una farfalla e con quanto sentimento ti blocchi e guardi la mia spalla. Se hai paura a andar lontano puoi volarmi nella mano ma so già cosa pensi tu vorresti partire come se andare lontano fosse uguale a morire e non c'è niente di strano ma non posso venire. Così come una farfalla ti sei alzata per scappare ma ricorda che a quel muro ti avrei potuta inchiodare se non fossi uscito fuori per provare anch'io a volare.
E la notte cominciava a gelare la mia pelle la notte madre che cercava di contare le sue stelle. Io li sotto ero uno sputo e ho detto «olé sono perduto». La notte sta morendo ed è cretino cercare di fermare le lacrime ridendo ma per uno come me, l'ho già detto, che voleva prenderti per mano e volare sopra un tetto... lontano... si ferma un treno ma che bella mattina il cielo è sereno. Buonanotte anima mia adesso spengo la luce e così sia