Meco all’altar di Venere Era Adalgisa in Roma; Cinta di bende candide Sparsa di fior la chioma. Udia d'Imene i cantici, Vedea Fumar gl'incensi, Eran rapiti i sensi Di voluttade e amore.
Quando fra noi terribile, Viene, viene a locarsi un' ombra, L'ampio mantel Druidico Come un vapor l'ingombra: Cade sull'ara il folgore, D'un vel si copre il giorno, Muto si spande intorno Un sepolcrale orror. Più l'adorata vergine Io non mi trovo accanto; N'odo da lunge un gemito Misto de' figli al pianto; Ed una voce orribile Echeggia in fondo al tempio: \"Norma, così fa scempio d'amante traditor.\" Me protegge, me difende un poter maggior diloro, È'il poter di lei che adoro, È l'amor , è l'amor che m'infiammò Di quel Dio che a me contende quella vergine celeste, Arderò le rie foreste l'empio altare abbatterò!