Ricordo, Mamma che mi chiamava, quando il fine settimana, al tramonto tornavo a casa, che puzzavo di marijuana,(scusa mamma) 14 anni li hai una volta sola, quindi pensa bene se devi calpestare l’aiuola, i miei coetanei pensavano alla scuola, io a dosare bene il bidone, rum e coca-cola, poi pronti, per il devasto, sopra i motorini fra, senza il casco, prima su una ruota, partenza e clacson, poi col marker sopra l’auto che sta affianco, con il sole o con la pioggia per gli angoli dei quartieri, senza gli ombrelli, ma con le stagnole in tasca, me lo ricordo che sembra ieri, mi suona il 3310, scendo con una scusa e do coi fratelli. (bella)
Ricordo il treno che arrivava, noi con gli spray sul binario, appesi ad una staccionata, già ci vedevamo sul notiziario,(2 morti questa notte) scappa dalle guardie, non gli dire il nome, frate ce l’ho fatta non chiedermi come, puzzo forte come quando giocavo a pallone, le bocce le ho buttate dentro ad un secchione, ti prego famo un cannone. Il primo bacio, che manco lo sapevo dare, le paranoie, chissà che dovevo fare, poi l’ho baciata e ho detto meno male, un passo in meno verso l’obbiettivo principale. Ero un ragazzino con le paranoie, adesso sono un ragazzo senza rimpianti, metto sotto-sopra gli impianti, porto roma coi guanti, e faccio mangiare polvere a tutti quanti. (ciao fratè)