Da quando è nato l’uomo è un cacciatore affascinato da prede sempre nuove alla ricerca di una strada da inventare un cacciatore che spara al mondo che si muove. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va.
(Parlato) La realtà, che uccello! È più furbo del gallo cedrone. Ma io insisto, organizzato lo inseguo, mi apposto lo curo, tuta mimetica, concentrazione. Cip cip... Ridicoli. Qualità secondarie, non mi interessa. Roba da riformisti, poi scrivono: “Dopo dure lotte abbiamo preso tre beccafichi e due fringuelli”, che uccelli! No, aspetto ben altro, io. Ecco, fermo, ora passa di lì, tutto calcolato, una scienza. Frrr… pazienza! Potrei anche andare a fagiani, che è più facile. Co... Coccococcoco...co... Roba da ministri, cacciatori in pensione. Qualcuno spara dal 1920. Pum... completamente rintronati. Anche la vista ormai. Poi ce lo vedi Andreotti nel bosco? Che segugio! No, il cacciatore vero è tutto un’altra cosa, è giovane e attento, studia, si prepara. Io mi son segnato tutto su un quadernino, non si può più improvvisare, spontaneismo finito. Ora è tutta una roba di quaderni. Dunque, prima l’uccello è passato di lì, poi è passato di qui, adesso dovrebbe ripassare di lì. Anzi, deve, secondo la ben nota teoria. Frrr... Gianbattista Vico, che imbecille!
La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va. È un uccello strano che mi gira intorno è da tanto tempo che gli dò la caccia ma non ha abitudini questa bestiaccia mi fa impazzire la sua ambiguità. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va. Sono affascinato da un uccello strano che non è mai vecchio, che non ha passato. Devo anticiparlo, devo inseguirlo altrimenti muoio di normalità. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va. Devo anticiparlo, devo inseguirlo altrimenti muoio di normalità. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va. La realtà è un uccello che non ha memoria devi immaginare da che parte va.
(Parlato) Stavolta lo becco. Sì mi sento più giusto, più a posto, perché lui... Flo flo flo... vola, è forte, velocissimo e io... Pum... lo anticipo. È chiaro, l’anticipo è tutto. Guardiamo Marx “Pum” che anticipo! Bel cacciatore, eh? Ha sempre colpito. È chiaro, aveva capito l’anticipo. Ha sbagliato solo quando ha provato a sparare troppo avanti. Sì, lui diceva: Inghilterra, Stati Uniti… Pum... e l’uccello: Russia, Cina… Ma per il resto ha sempre fatto centro con una mira infallibile. Ha sempre fatto centro perché aveva capito l’anticipo. Anche noi l’anticipo, anche noi l’anticipo, anche noi l’anticipo... Pum… in ritardo. Come mai? Andava così bene prima. Sì, nel dopoguerra l’uccello sembrava lì a tiro e noi ci siamo mossi bene, ci siamo allargati. Ma è possibile che quell’uccello lì non ne tenga conto? C’abbiamo un partito di quelli vecchi, solidi, abbiamo acquistato anche un po’ di potere. Non per comandare ma per guidare, è un’altra cosa. Per guidare nove milioni di cacciatori. E intanto che sei lì che gli insegni il comportamento, la strategia, il compromesso, l’uccello via che fila, madonna come fila! L’unica possibilità è quella di attirare la sua attenzione… Fhhh, fhhh, fhhh... Sì, il richiamo è fondamentale. Ultimamente è diventato molto grosso, un richiamone tipo festival con frittelle e bandiere, una cosa enorme, industriale. Ma lì l’uccello non ci va più perché c’è solo il dinosauro che ci tiene