Atto 2. Di Madride noi siam mattadori (La Traviata)
GASTONE E MATTADORI: Di Madride noi siam mattadori, Siamo i prodi del circo de' tori, Testé giunti a godere del chiasso Che a Parigi si fa pel bue grasso; E una storia, se udire vorrete, Quali amanti noi siamo saprete.
GLI ALTRI: Sì, sì, bravi: narrate, narrate: Con piacere l'udremo
GASTONE E MATTADORI: Ascoltate. È Piquillo un bel gagliardo Biscaglino mattador: Forte il braccio, fiero il guardo, Delle giostre egli è signor. D'andalusa giovinetta Follemente innamorò; Ma la bella ritrosetta Così al giovane parlò: Cinque tori in un sol giorno Vò vederti ad atterrar; E, se vinci, al tuo ritorno Mano e cor ti vò donar. Sì, gli disse, e il mattadore, Alle giostre mosse il pie'; Cinque tori, vincitore Sull'arena egli stendé.
GLI ALTRI: Bravo, bravo il mattadore, Ben gagliardo si mostrò Se alla giovane l'amore In tal guisa egli provò.
GASTONE E MATTADORI: Poi, tra plausi, ritornato Alla bella del suo cor, Colse il premio desiato Tra le braccia dell'amor.
GLI ALTRI: Con tai prove i mattadori San le belle conquistar!
GASTONE E MATTADORI: Ma qui son più miti i cori; A noi basta folleggiar
TUTTI: Sì, sì, allegri... Or pria tentiamo Della sorte il vario umor; La palestra dischiudiamo Agli audaci giuocator.
(Gli uomini si tolgono la maschera, chi passeggia e chi si accinge a giuocare)