Lungi è la luce che in sù questo muro Rifrange appena, un breve istante scorta Del rio palazzo alla soprana porta. Lungi quei fiori d'Enna, O lido oscuro, Dal frutto tuo fatal che ormai m'è duro. Lungi quel ciel dal tartareo manto Che quì mi cuopre: e lungi ahi lungi ahi quanto Le notti che sarà n dai dì che furo.
Lungi da me mi sento; e ognor sognando, Cerco e ricerco, e resto ascoltatrice; E qualche cuore a qualche anima dice, (Di cui mi giunge il suono da quando in quando, Continuamente insieme sospirando,)- "OimГЁ per te, Proserpina infelice!"
"Afar away the light that brings cold cheer Unto this wall, one instant and no more Admitted at my distant palace-door. Afar the flowers of Enna from this drear Dire fruit, which, tasted once, must thrall me here. Afar those skies from this Tartarean grey That chills me: and afar, how far away, The nights that shall be from the days that were.
Afar from mine own self I seem, and wing Strange ways in thought, and listen for a sign; And still some heart unto some soul doth pine, (Whose sounds mine inner sense is faith to bring, Continually together murmuring,)- "Woe's me for thee, unhappy Proserpine!"