Ad oriente ogni aurora appiccava un magnifico incendio Che talvolta un nero andare di nubi incupiva. Si scherzava con le bombe a mano, come fossero una cosa viva, Bestie di casa le cui reazioni fino in fondo non puoi prevedere. Ma le femmine si concedevano più volentieri A coloro a cui meno importava morire!
C’erano casse di cognac e di munizioni, C’erano gerani e bandiere a tutti i balconi, C’erano guerci con folgori nell’unico occhio, Eroi, guitti, tribuni acclamati ad ogni crocicchio
Di nuovo in armi! Di nuovo in armi! Di nuovo in armi!
Obbedire all’Amore è il novissimo imperativo. Non turarsi il naso al fetore di una pace che offende, Farsi beffe col gesto impulsivo di chi a un tempo desidera e prende, E pisciare su decreti voluti da vecchi usurai. E su orditi a misura di boia, di contabili e baciapile Che al volo dell’aquila hanno sempre preferito l’ovile
C’erano canzoni, e per ogni canzone una donna, C’erano illusionisti, ma non c’era inganno, C’erano ragazzi dal formidabile cuore: Si scatenava l’amplesso tra Musa e Furore!
Di nuovo in armi! Di nuovo in armi! Di nuovo in armi!