FERRANDO Di due figli vivea padre beato, il buon Conte di Luna. Fida nutrice del secondo nato dormia presso la cuna. Sul romper dell'aurora un bel mattino, ella dischiude i rai e chi trova d'accanto a quel bambino?
UOMINI Chi? favella... Chi? chi mai?
FERRANDO Abbietta zingara, fosca vegliarda! Cingeva i simboli di maliarda! E sul fanciullo, con viso arcigno, l'occhio affiggeva torvo, sanguigno! D'orror compresa è la nutrice; acuto un grido all'aura scioglie; ed ecco, in meno che labbro il dice i servi accorrono in quelle soglie; e fra minacce, urli, percosse la rea discacciano ch'entrarvi osò.
UOMINI Giusto quei petti sdegno commosse; l’infame vecchia lo provocò!
FERRANDO Asserì che tirar del fanciullino l'oroscopo volea. Bugiarda! Lenta febbre del meschino la salute struggea! Coverto di pallor, languido, affranto, ei tremava la sera, e il dì traeva in lamentevol pianto: ammaliato egl'era! La fattucchiera perseguitata, fu presa e al rogo fu condannata: ma rimanea la maledetta figlia, ministra di ria vendetta! Compi quest'empia nefando eccesso! Sparve il fanciullo, e si rinvenne mal spenta brace nel sito istesso ov'arsa un giorno la strega venne! E d'un bambino, ahimè l'ossame bruciato a mezzo, fumante ancor!