E se dovessi ricominciare da zero? E se dovessi cancellare tutto? Potrò ancora dire "ho ancora i miei amici, i miei dischi, i biglietti del treno"?
Per quanto tempo potrò avere la mente piena di ciminiere e vecchi palazzi prima che il suo sguardo incendiario faccia piazza pulita dei miei ricordi, e quante luci dovrò accendere, in quanti vetri specchiarmi prima che anche questo posto mi sia familiare?
Ma ci vuole più tempo per nasconder le cose che non vanno più bene che per trovarne di nuove.
Ogni notte, spenta la luce, non resta che il peso del sarcasmo in cui annego, come se tu e tutti gli altri fossero solo dei nomi scritti su un braccio.
E ogni mattina almeno per un attimo quel peso è un ricordo lontano, e se questo attimo diventasse un giorno, se ogni giorno fosse lungo un anno forse sarebbe ancora come quando l'unica preoccupazione era non scivolare sul ghiaccio, ricordarsi le chiavi e i vestiti pesanti. Qualcosa che avrei dovuto scrivere da qualche parte, nel momento giusto: se la lancetta si fosse fermata nel punto tra l'undici e il dodici sarei stato contento così.
Ma il tempo è passato in fretta e se dovessi cancellare tutto, proverei quantomeno a tenere questi biglietti sbiaditi dei treni, tutti scaduti da anni. Fingerei che valgono ancora, che non prenderei una multa, che al capolinea ci sia qualcuno in piedi ad aspettarmi, incurante del freddo e dei ritardi.
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SOMEWHERE, AT THE RIGHT TIME
What if I had to start from scratch? What if I had to erase everything? Will I still be able to say "I still have my friends, my records, these train tickets"?
For how long will I be able to keep my mind full of chimneys and old buildings before their incendiary eyes will sweep away all of my memories, and how many lights will I have to turn on, in how many glasses will I have to see my reflection, before this place will become familiar too?
But it takes more to hide things that are no longer good than finding new ones.
Every night, when the light is turned off, nothing remains but the burden of the sarcasm in which I drown, as if you and everyone else were all just names written over an arm.
And every morning, even if just for a moment, that burden is a distant memory, and if this moment could become a day, if every day was a year long, maybe it would still be the same as when the only concern was not to slip on the ice and not forgetting the keys and the warm clothes. Something I should have written somewhere, at the right time: if the clock had stopped right between eleven and twelve I would have been happy with it.
But time went fast and if I had to erase everything I would at least try and keep these faded train tickets, all expired years ago. I'd pretend that they're still valid, that I wouldn't get a fine, that at the last stop there would be someone waiting for me, regardless of the cold and of the delays.