All'idea di quel metallo «Il barbiere di Siviglia» ( Rossini )
All'idea di quel metallo portentoso, onnipossente, un vulcano la mia mente incomincia a diventar.
CONTE Su, vediam di quel metallo qualche effetto sorprendente del vulcan della tua mente qualche mostro singolar.
FIGARO Voi dovreste travestirvi, per esempio da soldato.
CONTE Da soldato?
FIGARO Si', signore.
CONTE Da soldato? e che si fa?
FIGARO Oggi arriva un reggimento.
CONTE Si', e' mio amico il Colonnello.
FIGARO Va benon.
CONTE Eppoi?
FIGARO Cospetto! Dell'alloggio col biglietto quella porta s'aprira'. Che ne dite, mio signore? Non vi par? Non l'ho trovata?
CONTE Che invenzione prelibata! Bravo, bravo, in verita'! Bella, bella,
FIGARO Piano, piano un'altra idea! Veda l'oro cosa fa. Ubbriaco si', ubbriaco, mio signor, si fingera'.
CONTE Ubbriaco?
FIGARO Si', signore.
CONTE Ubbriaco? Ma perche'?
FIGARO Perche' d'un ch'e' poco in se' (imitando moderatamente i moti d'un ubbriaco) che dal vino casca gia', il tutor, credete a me, il tutor si fidera'. A DUE Che invenzione prelibata! Bravo, bravo, in verita'! Bella, bella,
CONTE Dunque
FIGARO All'opra.
CONTE Andiam.
FIGARO Da bravo.
CONTE Vado Oh, il meglio mi scordavo! Dimmi un po', la tua bottega per trovarti, dove sta?
FIGARO La bottega? Non si sbaglia; guardi bene; eccola la'. (additando fra le quinte) Numero quindici a mano manca quattro gradini, facciata bianca, cinque parrucche nella vetrina sopra un cartello "Pomata fina", mostra in azzurro alla moderna, v'e' per insegna una lanterna La' senza fallo mi trovera'.
CONTE Ho ben capito
FIGARO Or vada presto.
CONTE Tu guarda bene
FIGARO Io penso al resto.
CONTE Di te mi fido
FIGARO Cola' l'attendo.
CONTE Mio caro Figaro
FIGARO Intendo, intendo.
CONTE Portero' meco
FIGARO La borsa piena.
CONTE Si', quel che vuoi, ma il resto poi
FIGARO Oh non si dubiti, che bene andra'
CONTE Ah, che d'amore la fiamma io sento, nunzia di giubilo e di contento! Ecco propizia che in sen mi scende; d'ardore insolito quest'alma accende, e di me stesso maggior mi fa.
FIGARO Delle monete il suon gia' sento! L'oro gia' viene, viene l'argento; eccolo, eccolo che in tasca scende; e di me stesso maggior mi fa. (Figaro entra in casa di Bartolo, il Conte parte.)