Io mi son giovinetta, e rido e canto alla stagion novella», cantava la mia dolce pastorella, quando subitamente a quel canto il cor mio cantò, quasi augellin vago e ridente: «Son giovinetto anch’io, e rido e canto alla gentil e bella primavera d’Amore che ne’ begli occhi tuoi fiorisce». Ed ella: «Fuggi, se saggio sei (disse) l’ardore, fuggi, ch’in questi rai primavera per te non sarà mai