[Imogene] Oh! s'io potessi dissipar le nubi Che mi aggravan la fronte!… È giorno, o sera? Son io nelle mie stanze… o son sepolta?
[Adele] Lassa! vaneggia.
[Imogene] Ascolta... Geme l'aura d'intorno… Ecco, ecco l'ignuda deserta riva, ecco giacer trafitto al mio fianco un guerriero… Ma… non è questo, non è questo Gualtiero. È desso… Ernesto! Ei parla… ei chiama il figlio… il figlio è salvo! io, io lo sottrassi ai colpi de' malfattori… a lui si rechi, il vegga… l'abbracci e mi perdoni anzi ch'ei mora. Deh! tu, innocente, per me...per me l'implora.
Col sorriso d'innocenza, Collo sguardo dell'amor, Di perdono, di clemenza, Deh! favella al genitor. Digli, ah! digli che respiri, digli che sei libero per me, Che pietoso un guardo ei giri a chi tanto, sì, a chi tanto per te oprò.
(Odesi dalla Sala del Consiglio un lugubre suono. Spaventata, Imogene lascia il figlio).
Qual suono ferale Echeggia, rimbomba? Del giorno finale È questa la tromba! Udite…
[Cavalieri] (dalle sale) Il consiglio Condanna Gualtier.
[Imogene] Gualtier! oh periglio!… Egli è prigionier! Spezzate i suoi nodi, Ch'ei fugga lasciate… Che veggo? ai custodi In mano lo date…
[Donne] Ah, no.
[Imogene] Il palco funesto, Per lui s'innalzò.
[Adele, Donne] Deh! vieni: riparati a stanze più chete: procura agli spiriti conforto e quiete.
[Imogene] Il palco funesto per lui s'innalzò... ah! sì. Oh, sole! ti vela Di tenebre fonda… Al guardo mi cela La barbara scure… Ma il sangue già gronda; Ma tutta m'innonda… d'angoscia, d'affanno, d'orrore morrò, d'orror morrò.
[Adele, Donne] Deh! vieni: riparati a stanze più chete: procura agli spiriti conforto e quiete. (Al duol che l'opprime più regger non sa.)
[Imogene] Là...vedete...il palco funesto. Ah! sì. Oh Sole! ti vela di tenebra fonda, al guardo mi cela la barbara scure. Ma il sangue già gronda, ma tutta m'innonda… d'angoscia, d'affanno, d'orrore morrò, d'orror morrò.