Suzel, buon dì... /Duetto delle ciliegie/ (Pietro Mascagni. L'amico Fritz)
FRITZ Suzel, buon dì. D'un gaio rosignuolo la voce mi svegliò.
SUZEL Che dite mai?
FRITZ Mi piace come canti...
SUZEL Oh, signor Fritz... Canto così come mi vien dal core.
FRITZ (scende dalla scala) Quei fiori son per me?
SUZEL Per voi li ho côlti... Ed oltre i fiori ho pronta una sorpresa..
FRITZ Una primizia certo...
SUZEL Le ciliegie.
FRITZ Ciliegie! e son di già mature?
SUZEL Han della porpora vivo il colore, son dolci e tenere...
FRITZ (fra sé, guardandola dolcemente) Di primavera somiglia a un fiore fragrante e roseo...
SUZEL Son pronta a coglierne un mazzolino... debbo gettarvele?
FRITZ Gettate subito, bell'augellino, le saprò prendere...
(Suzel esce dalla porta dell'orto, appare in cima alla scala dall'altra parte del muro, coglie le ciliegie e le getta a Fritz.)
Fresche scintillano, di brina ancora son tutte roride... Ma... è da quell'albero che, sull'aurora, pispiglia il passero?
SUZEL Sì, da quell'albero... Ciò ch'egli dice
FRITZ non sai comprendere?
SUZEL Io lo so intendere... ch'egli è felice nel canto mormora, sui rami floridi ha i suoi piccini... lieti l'aspettano, agili scherzano dei biancospini tra i fiori candidi.
FRITZ Come ne interpreti bene il linguaggio!
SUZEL Sembra che parlino... Sembra salutino coi fior il raggio dell'aurora...