SCENA QUARTA Notte. Strada. Don Giovanni e Leporello, poi Donn'Elvira in abito da viaggio.
DON GIOVANNI Orsù, spicciati presto. Cosa vuoi?
LEPORELLO L'affar di cui si tratta è importante.
DON GIOVANNI Lo credo.
LEPORELLO È importantissimo.
DON GIOVANNI Meglio ancora. Finiscila.
LEPORELLO Giurate di non andar in collera.
DON GIOVANNI Lo giuro sul mio onore, purché non parli del Commendatore.
LEPORELLO Siamo soli.
DON GIOVANNI Lo vedo.
LEPORELLO Nessun ci sente.
DON GIOVANNI Via!
LEPORELLO Vi posso dire tutto liberamente?
DON GIOVANNI Sì.
LEPORELLO Dunque quando è così, caro signor padrone, la vita che menate all'orecchio, ma forte è da briccone.
DON GIOVANNI Temerario, in tal guisa...
LEPORELLO E il giuramento?
DON GIOVANNI Non so di giuramenti. Taci, o chi'io...
LEPORELLO Non parlo più, non fiato, o padron mio.
DON GIOVANNI Così saremo amici. Ora dì un poco: Sai tu perché son qui?
LEPORELLO Non ne so nulla. Ma essendo l'alba chiara, non sarebbe qualche nuova conquista? Io lo devo saper per porla in lista.
DON GIOVANNI Va là, che sei il grand'uom! Sappi chi'io sono innamorato d'una bella dama, e son certo che m'ama. La vidi, le parlai; meco al casino questa notte verrà... Viene dal fondo Donna Elvira. Zitto, mi pare sentire odor di femmina...
LEPORELLO (Cospetto, che odorato perfetto!)
DON GIOVANNI All'aria mi par bella.
LEPORELLO (E che occhio, dico!)
DON GIOVANNI Ritiriamoci un poco, e scopriamo terren.