Scale, scale un po' vanitose di tanti anni fa: lei scendeva, lanciava rose, stella del varietà. Gradini di una vecchia scuola, ombrelli pronti per sbocciare, di corsa si scendeva giù, giù fino al mare e poi la dolce vita sorrideva, entrava dentro la fontana l'America col piede suo in faccia alla luna lassù; chi scende e chi sale, ma... intanto il tempo passa, ruba e se ne va. Scale, scale, dolce far niente seduti tutti lì; scherzi idioti a qualche passante, come in un vecchio film. E c'è chi sale lentamente, con una lacrima e un sorriso, amici e parenti in blu e pioggia di riso e poi due mani sopra un pianoforte, su e giù per quelle antiche scale si stava in cerchio e Liverpool nasceva e cantava per noi; chi scende e chi sale ma... intanto il tempo passa ruba e se ne va. Scale, scale, ma quante scale per arrivare su...più su! (M. Fabrizio/V. Spampinato)