La solitudine. La pioggia che dolcemente cade sulla città Un pomeriggio di fine inverno dopo il temporale raggi di sole si infiltrano tra nuvole malate di primavera
pensa a una stanza con finestre altissime e un barlume di passato che riappare come se il vivere fosse attaccato ai tuoi vestiti e del prezzo che paghi come ogni soldato che ha chiuso la vita in un bacio non dato ma tu ora dimmi che cosa volevi da me
Ritorna l’ordine dopo il disordine accettiamo il caos insieme all’utopia Con la matita un giorno scrissero la nostra storia pronta ad essere cancellata Ma c’è una calma e un cielo così limpido Che non mi sembra più nemmeno una città.
Verso la fine dell’inverno il pomeriggio annuncia giorni lunghi e miti cercando un senso dove non c’è un senso è li che t’incontrai e ora mutano insieme a te giorni e stagioni che scendono al mare su un letto di fiumi che parlano ancora al poeta che scrive per te
Guardiamo il mare con l’occhio implacabile Poi ci tuffiamo tra le verdi onde e dagli spruzzi alcune gocce si posarono laggiù dove sull’orizzonte sta un arcobaleno in chiave di violino.