Di mia vita infelice... (Gioacchino Rossini, Gaetano Rossi "Tancredi", 1813)
Di mia vita infelice eccomi dunque alfin! moro, Tancredi, io per te moro, e tu infedel mi credi! Di mie sventure, di mie pene è questa la più amara, e funesta; e il padre, oh Dio! povero padre! Perfida figlia! mi chiamavi, piangendo : ah! rea non sono, no. Ma pur de' rei questo è il feral soggiorno; e della colpa, e dell'infamia intorno tutto spira l'orror. Di ceppi avvinta, circondata da mostri... orribil morte...e agl'innocenti serbi, oh ciel, tal sorte!
No, che il morir non è sì barbaro per me, se moro per amor, se moro pel mio ben. Un dì conoscerà la fà di questo cor. forse pentito allor, col pianto verserà qualche sospir dal sen.