VIOLETTA:
Non sapete quale affetto
Vivo, immenso m'arda in petto?
Che nè amici, nè parenti
Io non conto tra i viventi?
E che Alfredo m'ha giurato
Che in lui tutto io troverò?
Non sapete che colpita
D'altro morbo è la mia vita?
Che già presso il fin ne vedo?
Ch'io mi separi da Alfredo?
Ah, il supplizio è si spietato,
Che morir preferirò.
GERMONT:
È grave il sacrifizio,
Ma pur tranquilla udite
Bella voi siete e giovane...
Col tempo...
VIOLETTA:
Ah, più non dite
V'intendo m'è impossibile
Lui solo amar vogl'io.
GERMONT:
Sia pure ma volubile
Sovente è l'uom
VIOLETTA:
Gran Dio!
GERMONT:
Un dì, quando le veneri
Il tempo avrà fugate,
Fia presto il tedio a sorgere
Che sarà allor? pensate
Per voi non avran balsamo
I più soavi affetti|
Poiché dal ciel non furono
Tai nodi benedetti.
VIOLETTA:
È vero!
GERMONT:
Ah, dunque sperdasi
Tal sogno seduttore
Siate di mia famiglia
L'angiol consolatore
Violetta, deh, pensateci,
Ne siete in tempo ancor.
È Dio che ispira, o giovine
Tai detti a un genitor.
VIOLETTA: (con estremo dolore)
(Così alla misera - ch'è un dì caduta,
Di più risorgere - speranza è muta!
Se pur beneficio - le indulga Iddio,
L'uomo implacabile - per lei sarà)
Другие названия этого текста
- Verdi, G. "La Traviata" - 15. Non sapete quale affetto... Un dì, quando le veneri (0)
- Giuseppe Verdi - La Traviata — Non sapete quale affetto... (0)
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