VIOLETTA: È strano! è strano! in core Scolpiti ho quegli accenti! Sarìa per me sventura un serio amore? Che risolvi, o turbata anima mia? Null'uomo ancora t'accendeva O gioia Ch'io non conobbi, essere amata amando! E sdegnarla poss'io Per l'aride follie del viver mio?
Ah, fors'è lui che l'anima Solinga ne' tumulti Godea sovente pingere De' suoi colori occulti! Lui che modesto e vigile All'egre soglie ascese, E nuova febbre accese, Destandomi all'amor. A quell'amor ch'è palpito Dell'universo intero, Misterioso, altero, Croce e delizia al cor.
A me fanciulla, un candido E trepido desire Questi effigiò dolcissimo Signor dell'avvenire, Quando ne' cieli il raggio Di sua beltà vedea, E tutta me pascea Di quel divino error. Sentìa che amore è palpito Dell'universo intero, Misterioso, altero, Croce e delizia al cor! (Resta concentrata un istante, poi dice)