VIOLETTA: Dammi tu forza, o cielo! (Siede, scrive, poi suona il campanello)
ANNINA: Mi richiedeste?
VIOLETTA: Sì, reca tu stessa Questo foglio
ANNINA: (ne guarda la direzione e se ne mostra sorpresa)
VIOLETTA: Silenzio và all'istante (Annina parte) Ed ora si scriva a lui Che gli dirò? Chi men darà il coraggio? (Scrive e poi suggella)
ALFREDO: (entrando) Che fai?
VIOLETTA: (nascondendo la lettera) Nulla.
ALFREDO: Scrivevi?
VIOLETTA: (confusa) Sì... no.
ALFREDO: Qual turbamento! a chi scrivevi?
VIOLETTA: A te.
ALFREDO: Dammi quel foglio.
VIOLETTA: No, per ora
ALFREDO: Mi perdona son io preoccupato.
VIOLETTA: (alzandosi) Che fu?
ALFREDO: Giunse mio padre
VIOLETTA: Lo vedesti?
ALFREDO: Ah no: severo scritto mi lasciava Però l'attendo, t'amerà in vederti.
VIOLETTA: (molto agitata) Ch'ei qui non mi sorprenda Lascia che m'allontani... tu lo calma (mal frenato il pianto) Ai piedi suoi mi getterò divisi Ei più non ne vorrà sarem felici Perché tu m'ami, Alfredo, non è vero?
ALFREDO: O, quanto... Perché piangi?
VIOLETTA: Di lagrime avea d'uopo or son tranquilla (sforzandosi) Lo vedi? ti sorrido Sarò là, tra quei fior presso a te sempre. Amami, Alfredo, quant'io t'amo Addio. (Corre in giardino)