RIGOLETTO: Dio! mia Gilda!.. Signori... in essa... è tutta la mia famiglia... Non temer più nulla, angelo mio... (ai Cortigiani) fu scherzo!.. non è vero? Io che pur piansi orrido... (a Gilda) E tu a che piangi?..
GILDA: Ah l'onta, padre mio...
RIGOLETTO: Cielo! Che dici?
GILDA: Arrosir voglio innanzi a voi soltanto...
RIGOLETTO: (rivolto al Cortigiani con imperioso modo) Ite di qua, voi tutti... Se il duca vostro d'appressarsi osasse, ch'ei non entri, gli dite, e ch'io ci sono. (si abbandona sul seggiolone)
BORSA, MARULLO, CEPRANO: (tra loro) Coi fanciulli e co'dementi spesso giova il simular. Partiam pur, ma quel ch'ei tenti non lasciamo d'osservar.