La finta semplice (K. 46a/51): Act I. 2 [Recitativo] — Ritiriamoci, amici!
GIACINTA Ritiriamoci, amici Che temo esser sorpresa Da’ miei fratelli sì bizzarri e strani!
NINETTA Addio, Simone, e ci vedrem domani.
FRACASSO Ma cospetto di bacco! Son pur due mesi adesso, Che in casa vostra abbiam stanza e quartiere; E tuttavia si teme se siam Trovati due momenti insieme.
GIACINTA Sapete pur chi sono i due fratelli miei?
NINETTA Sono due pazzi, Due storni, due merlotti, Due gran caricature.
FRACASSO Che importa a me? Sian pure; Io li farò tremare. Alfin si tratta di farvi sposa mia.
SIMONE Si tratta alfine, Che possa anch’io sposar questa ragazza.
GIACINTA Guai, se lo sa il maggiore, egli ne ammazza.
FRACASSO L’ammazzeremo lui.
SIMONE Li sforzeremo a queste nozze entrambi.
NINETTA Oh, non fate gli strambi, Che per far queste nozze Non val bravura, e furberia ci vuole.
FRACASSO Come sarebbe a dir?
NINETTA Sarebbe a dir? Che l’un de’ miei padroni Perché fu maltrattato da sua cognata un tempo, E l’altro poi per timore del primo, Or son del pari nemici delle donne.
SIMONE Oh che somari!
FRACASSO Dunque, che vuoi tu fare?
NINETTA Vò farli innamorare.
FRACASSO Di chi?
SIMONE Di qualche vecchia Che sappia far la bella?
NINETTA Non aspettate voi vostra sorella?
FRACASSO Arriverà a momenti.
NINETTA Fate, che parli meco Più presto che potete; Fate, che voglia anch’ella Regolarsi a mio modo, E non temete, che noi ci Sposerem quando volete.
FRACASSO Quando non vuoi che questo, Io farò tutto, e presto. Olà, Simone, all’osteria vicina Smontar dee mia sorella. Ivi l’aspetta, Va ad avvisar Ninetta Subito che sia giunta, e sia tua cura, Che le possa parlar senza paura.
SIMONE Benissimo, signore, Ma quando avran parlato Queste due volpi insieme Io dubito di pioggia, e di tempesta; E tutti ne diran; guarda la testa.