La finta semplice (K. 46a/51): Act II. 5 [Recitativo] — Non mi marito più
GIACINTA Non mi marito più, Se al capitano col mio maggior fratello Oggi nasce un duello... Ecco il minore: raccomandiamci a lui.
POLIDORO Quanto romore!
GIACINTA Perché?
POLIDORO Per quell’anello.
GIACINTA Dovreste uno più bello darne alla Baronessa, Onde ella renda al fratel nostro il suo; Né più si gridi, Né più d’un uomo onesto la pazienza si irriti.
POLIDORO Altro che questo! Le vo’ donar di meglio.
GIACINTA Cosa le donerete?
POLIDORO Non dico; Ché il direte a tutta poi la casa.
GIACINTA Oh, vi prometto che in casa nol sapranno.
POLIDORO Vo’ donarle un bel maschio in capo all’anno.
GIACINTA Un maschio? oh, che sproposito!
POLIDORO Eh! voi siete fanciulla e non sapete nulla.
GIACINTA So forse il mio bisogno... Ma voi sposar?...
POLIDORO La Baronessa.
GIACINTA In sogno.
POLIDORO Vedrete ben tra poco.
GIACINTA Non vorrà Don Cassandro.
POLIDORO Basta bene ch’io voglia, e voglia anch’ella.
GIACINTA E se vi caccia via?
POLIDORO Anderemo a dormir sull’osteria.
GIACINTA Fareste a meraviglia; Ma non farete nulla, Perché la Baronessa non è donna per voi.
POLIDORO N’ho la promessa.
GIACINTA Di sposarvi?
POLIDORO Sicuro.
GIACINTA Quando è così, Dovreste lasciar ch’io sposi il capitano ancora, Che n’ha buona intenzione.
POLIDORO Io vi lascio sposare anche Simone.
GIACINTA E se il fratel non vuole, A tutti la sua parte, ché siam tutti padroni.
POLIDORO Taglieremo la casa in due bocconi.
GIACINTA E andremo in Ungheria.
POLIDORO Ma un maschio tutte due farete in pria.
GIACINTA E perché aspettar tanto?
POLIDORO Oh! Perché veda nostro fratel, Che sempre mi strapazza, Che più di lui son io buono di razza.
GIACINTA Ho inteso. Ma tutto sta che alle parole Corrispondano i fatti. Sebben son usi A indovinare i matti.