Tosca :: Salvatelo! / Già, mi dicon venal (G.Puccini)
TOSCA (come un gemito) Salvatelo!
SCARPIA Io?... Voi! (si avvicina alla tavola, vede la sua cena lasciata a mezzo e ritorna calmo e sorridente) La povera mia cena fu interrotta. (vede Tosca abbattuta, immobile, ancora presso la porta) Così accasciata?... Via, mia bella signora, sedete qui. - Volete che cerchiamo insieme il modo di salvarlo? (Tosca si scuote e lo guarda: Scarpia sorride sempre e si siede, accennando in pari tempo di sedere a Tosca) E allor... sedete... e favelliamo. (forbisce un bicchiere col tovagliolo, quindi lo guarda a traverso la luce del candelabro) E intanto un sorso. È vin di Spagna... (riempie il bicchiere e lo porge a Tosca) Un sorso (con gentilezza) per rincorarvi.
TOSCA (siede in faccia a Scarpia, guardandolo fissamente. Appoggiando i gomiti sul tavolo, colle mani si sorregge il viso, e coll'accento del più profondo disprezzo chiede a Scarpia:) Quanto?
SCARPIA (imperturbabile, versandosi da bere) Quanto?
TOSCA Il prezzo!...
SCARPIA (ride) Già - Mi dicon venal, ma a donna bella (insinuante e con intenzione) non mi vendo a prezzo di moneta.