Urna Fatale (Ария Дона Карлоса Из Оперы Сила Судьбы)
Morir! Tremenda cosa! Sì intrepido, sì prode, ei pur morrà! Uom singolar costui! Tremò di Calatrava al nome. A lui palese n' è forse il disonor? Cielo! Qual lampo! S'ei fosse il seduttore? Desso in mia mano, e vive! Se m'ingannassi? Questa chiave il dica. Ecco i fogli! Che tento! E la fè che giurai? E questa vita che debbo al suo valor? Anch'io lo salvo! S'ei fosse quell' Indo maledetto che macchiò il sangue mio? . . . Il suggello sì franga. Niun qui mi vede. No? Ben mi vegg'io!
Urna fatale del mio destino, Va, t'allontana, mi tenti in vano; L'onor a tergere qui venni, e insano D'un onta nuova nol macchierò. Un giuro è sacro per l'uom d'onore; Que' fogli serbino il lor mistero. Disperso vada il mal pensiero Che all'atto indegno mi concitò. E s'altra prova rinvenir potessi? Vediam. Qui v'ha un ritratto . . . Suggel non v'è . . . nulla ei ne disse . . . Nulla promisi . . . s'apra dunque . . . Ciel! Leonora! Don Alvaro è il ferito! Ora egli viva, e di mia man poi muoia!
È salvo! Oh gioia! Egli è salvo! Gioia immensa Che m'innondi il cor ti sento! Potrò alfine il tradimento Sull'infame vendicar. Leonora, ove t'ascondi? Di': seguisti tra le squadre Chi del sangue di tuo padre Ti fe' il volto rosseggiar? Ah, felice appien sarei Se potessi il brando mio Ambedue d'averno al dio D'un sol colpo consacrar!