Sei tu che ascolti voce di sabbia separata e protetta da un vetro irreale con i pugni affilati dietro la schiena ma pronti ad aprirsi in un fiore di mani
Guarda quei petali strappali e grida se ama o non ama è comunque diverso Né il cuore più muto né un anima sorda Nessuno è capace di leggerti dentro
Quando ti stringo si spiega il mio cielo nudo di gioia e grandine argento Fermo il respiro chiudendo la porta Con gli occhi accecati spalanco le braccia
E poi so E so che t’avrò
Luce profonda di nuovo il mattino Colpisce alle spalle l’eterna sorpresa ed io prigioniero in angolo stretto svanisco confuso in fondo a me stesso
Spiagge lontane lucciole scalze miraggio di stelle o sogno mancato ondeggio davanti alla volta celeste spingendo il mio carro fino al guardiano
Queste mani non sono mani Ma fiori che tutta ti copriranno e i tuoi occhi non sono occhi Ma l’alba di un cielo che nasce stanotte con te
Queste mani non sono mani ma fiori che tutta ti copriranno E i tuoi occhi non sono occhi Ma luci lontane che brillano ancora per me.