Signor Presidente (посвящена Уго Чавесу, посмертно)
Signor presidente Ho pianto notti morte d’illusione Sorde inermi ed effimere grida Negli anni armati della repressione Ma un aprile cadeva imminente Sulla fiamma dell’orda meschina Non dimentichi presidente La terra libera su cui cammina Ho visto signor presidente La sua memoria è volata via Risucchiando il soffio della storia Sulle ali nere della nostalgia Il passato è un vento di terrore Tra l’oblio e la viltà si avvicina Tra vecchi sogni di razza e nazione Sopra il vuoto in cui lei ora cammina Tuonava la belva squadrista Foraggiata dal suo dittatore Contro il fuoco della resistenza Dai rigurgiti dell’invasore Vil pregava la bianca vergogna Contro il fiore della libertà Gli occhi chiusi di nera menzogna Nel silenzio la sua immunità
Marcia ancora il vecchio padrone Cieco d’odio per le città Striscia infame sulla memoria Dell’eroe morto per l’ideal
Il nemico è alle porte Freddo il cuore alla vista Ma il passato è la morte Di un futuro senza verità Odo ancor presidente Quel tuo grido fascista Il vento fischia più forte Scarpe rotte e pur bisogna ardir A conquistare l’orizzonte rosso del nostro avvenir