Primavera a Marzo era entrata, era entrata a Milano, ne avvertivi il tepore e tra il fumo e il cielo lontano ne avvertivi la gioia nella ragazza che tu tenevi per mano. Finalmente l'ultima campana, è finita la scuola anche per oggi potrai tornare a casa tua per riposare ma sotto casa, davanti al portone, ti attendeva la morte, non me immaginavi l'assurda ragione. Un colpo, due colpi e altri colpi sul capo, finché non furon certi di averti finito i loro volti eran coperti dal rosso come il tuo volto dal sangue che avevi già addosso. La morte di un tempo aveva la falce, la morte di oggi ha pure il martello, lasciò la sua firma su quel muro di calce, proprio di fronte al tuo cancello. Per quarantasette giorni una madre ha sperato e pregato accanto al letto del figlio morente fino a quando una notte il suo cuore ha ceduto ma alla gente non importò niente. Era morto un "Fascista", non valeva la pena guastarsi l'appetito o rovinarsi una cena. Era morto un "Fascista", andava in fretta sepolto avevan paura anche di un morto. Andava sepolto e dimenticato perché così vuole la giustizia del proletariato. Era morto un "Fascista", andava in fretta sepolto avevan paura anche di un morto.